Mercoledì, 15 Marzo 2017 14:49

La sanificazione degli ambienti sanitari

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La sanificazione degli ambienti sanitari (come ospedali, cliniche, case di cura) riveste un ruolo importante non solo per il significato che assume nell’ottica di comfort alberghiero, ma anche e soprattutto per le implicazioni di carattere igienico-sanitario che influiscono sulla qualità delle cure erogate. Adeguati interventi di pulizia e disinfezione, infatti, diminuiscono la possibilità di diffusione dei microorganismi e limitano la propagazione delle infezioni. Questo a vantaggio della qualità della vita di pazienti e operatori sanitari.

Nell’ottica di una corretta gestione dell’igiene sanitaria, le strutture ospedaliere sono suddivise in tre aree di rischio, che prevedono processi sanificatori leggermente differenti:

- aree a basso rischio (uffici, segreterie, archivi, magazzini);

- aree a medio rischio (degenze, poliambulatori, radiologia, studi medici, servizi igienici);

- aree a alto rischio (blocco operatorio, laboratorio, terapie intensive).

Nelle zone ad alto rischio, il processo di sanificazione include la disinfezione e operazioni di pulizia molto frequenti. Per le altre due aree, si può attuare una corretta sanificazione anche senza l’uso di disinfettanti, ma solo con una idonea detersione.

Viceversa, ricordiamo che la disinfezione non può mai sostituirsi alla pulizia, poiché residui di contaminazione su una superficie possono facilmente rendere inefficace l’azione degli agenti disinfettanti.

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